Classe 1989, al secondo anno in rossoblù dopo un decennio a difendere i colori della Recanatese, il roccioso Luca Patrizi si è dimostrato insuperabile anche nell’uno contro uno dell’intervista.
Il difensore centrale ha infatti analizzato con la grande pragmatica e il tempismo perfetto che di solito mette in campo sia il buon momento in casa Sangiustese sia il big match di sabato prossimo contro il Cesena.

“Anche contro la corazzata Pineto abbiamo offerto una grande prestazione – ha esordito il difensore – segno che stiamo migliorando ancora sotto il profilo della coesione. A dire il vero, non avevo molti dubbi al riguardo visto che abbiamo mantenuto tantissimi elementi dalla scorsa stagione ed il rodaggio tra noi è evidente. Le cose che impressionano di più sono la maturità di questa squadra e l’attaccamento alla maglia che stanno dimostrando sia i vecchi che i nuovi arrivati”.

Un campionato lungo e competitivo, dal livello altissimo, quello di quest’anno.
“Davvero uno dei migliori degli ultimi anni – ha proseguito Patrizi – sia come numero di squadre e giornate, sia come ampiezza e qualità delle rose. Noi, come la scorsa stagione, siamo partiti con il piede giusto, incamerando dieci punti in quattro partite. Sinceramente era difficile pronosticare un cammino simile. Sin dall’inizio però eravamo convinti di avere buoni mezzi, di poter contare sull’amalgama data dall’esperienza dello scorso anno e di interpretare insieme a mister Senigagliesi uno stile di gioco bello e raro per queste categorie. Fattori che ci facevano ben sperare”.

Sabato arriva la favorita numero uno alla vittoria finale, il Cesena, un vero dream team che c’entra ben poco con la Serie D.
“Gara affascinante e sfida inedita per la Sangiustese, visto che i bianconeri hanno sempre militato in altri campionati. Una partita importante in cui però – ha concluso il difensore – la posta in palio in termini di punti sarà di tre come in tutte le altre occasioni. Lavoreremo bene in settimana, con concentrazione e tranquillità, cercando di fare le cose che sappiamo. Non ci prepariamo mai in funzione del nostro avversario, ma sempre per migliorare la nostra prestazione. Il verdetto poi spetterà al campo”.